COMUNICAZIONE E SVILUPPO PERSONALE

Parlare in Pubblico

I trucchi del mestiere dell’attore per il public speaking

con Sara d’Amario (attrice di teatro, cinema e televisione)

Accade spesso di dover parlare in pubblico: durante un colloquio di lavoro, nell’esposizione di una relazione a un superiore, ai colleghi o ad un convegno, nella presentazione di un prodotto o servizio ad un cliente.

Parlare in pubblico è un’arte. La si può apprendere, o migliorare, esercitandosi su alcune tecniche volte a gestire la nostra emotività, perché non comprometta la nostra performance, e altre che riguardano l’uso della voce, la strutturazione del discorso, la memoria, la scoperta della propria autorità, la creazione di un personaggio empatico, che risulti credibile, performante e affascinante per l’uditorio.

Obiettivi Didattici

  • Fornire gli strumenti per parlare bene, con sicurezza, e ottenere il massimo del consenso dal pubblico, sia esso composto da una sola persona o da centinaia.

Programma

PARTE I

  • LA PAURA

La paura è uno dei sentimenti più comuni: a tradirla sono la nostra voce e il nostro corpo.

È un sentimento positivo perché ci mette in uno stato di allerta, ci consente di essere pronti a reagire a qualunque pericolo o imprevisto. Tuttavia, non deve prendere il sopravvento confondendo le nostre idee o paralizzandoci.

Alcuni esercizi specifici servono ad imparare a controllarla, a dissimularla e ad usarla a nostro vantaggio, al fine di mostrare in qualunque occasione sicurezza e tranquillità.

A questo scopo, ognuno creerà il proprio personaggio: nascosti dietro di lui siamo protetti e, al tempo stesso, liberi.

Il lavoro sul personaggio serve anche a coloro che reagiscono allo stress in modo aggressivo, tanto da sembrare antipatici o supponenti, rischiando dunque di innescare meccanismi di resistenza nell’uditorio a discapito dell’importanza e della validità dei contenuti esposti e della propria immagine.

  • LA VOCE

La voce è l’elemento più intimo che possediamo, che doniamo e che rivela tanto della nostra personalità e del nostro stato emotivo: proviene dall’interno del nostro corpo e siamo costretti a darla a tutti nelle circostanze più varie.

I primi esercizi sono volti a scoprirla e ad accettarla, a “fare pace” con lei.

Gli esercizi successivi servono per imparare a usare e variare il tono e il volume della voce, oltre al ritmo e alla velocità dell’eloquio, elementi fondamentali per mantenere sempre alta l’attenzione dell’uditorio e raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi: informare in modo efficace, convincere, affascinare, dirigere, commuovere…

  • IL VISO E IL CORPO

Lo step successivo riguarda la gestione dell’espressione del volto e lo studio sul sorriso.

A seguire, ci si allena a controllare tutto il corpo, con particolare attenzione alle mani: dove metterle? Come scegliere quando e in che modo usarle?

  • LO SGUARDO

Impareremo a guardare il nostro pubblico e a spostare lo sguardo come se ci rivolgessimo ad ognuno degli astanti singolarmente, pur rimanendo concentrati sul nostro speech.

  • L’AUTORITÀ

Apprenderemo a mitigare la paura di essere esposti al giudizio di chi ci ascolta sviluppando la consapevolezza della nostra autorità e imparando ad usarla per dirigere e condizionare il loro ascolto.

  • L’IMMAGINE

Il modo in cui vestiamo esprime parte della nostra personalità, tuttavia quando parliamo in pubblico non siamo chiamati a mostrare ciò che siamo nella vita privata e quindi il nostro look deve essere accordato al contesto in cui dobbiamo esibirci e al nostro personaggio.

In questa fase si ragiona sul “costume” più appropriato.

PARTE II

  • IL DISCORSO

Poiché l’obiettivo è essere comprensibili per tutti e accattivanti, il punto di partenza essenziale è avere chiaro ciò che si deve dire.

Dato questo assunto iniziale, si lavora sulla struttura del discorso e la sua scaletta, si ragiona su come adattarlo all’uditorio e all’occasione, tenendo anche conto del tempo che avremo a disposizione per il nostro intervento o incontro.

Il lavoro fatto nella Parte I sulla gestione della paura, aiuta anche ad affrontare le possibili obiezioni, l’eventualità di dover improvvisare o di essere costretti ad allontanarsi dalla scaletta per rispondere a domande o obiezioni.

  • LA MEMORIA

È meglio non imparare a memoria un discorso, per non correre il rischio di pronunciarlo in modo meccanico, vanificando l’empatia e la seduzione che dobbiamo suscitare e esercitare sull’uditorio, tuttavia allenare la memoria è utilissimo e dà sicurezza.

Gli esercizi e i trucchi usati nel mestiere dell’attore, fanno sì che la memoria non sia mai una piaga, ma un’alleata che ci accompagna da un punto all’altro della nostra scaletta, evitandoci di “perdere il filo del discorso”.

  • LA RIPETIZIONE

Per qualunque abilità, in qualsiasi ambito, la ripetizione è ciò che ci permette di avere risultati sempre migliori.

La chiusura del laboratorio si concentra dunque su come trovare sempre un’energia rinnovata nella ripetitività, sulla costanza, la tenacia, la determinazione e la disciplina necessarie per eccellere.

  • PER I PERFEZIONISTI

Per chi volesse ulteriormente migliorare la propria “arte oratoria” è consigliabile studiare la dizione, la corretta pronuncia delle parole della lingua italiana.

Durata

Due giornate

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